https://maes.unibo.it/issue/feedI quaderni del m.æ.s. - Journal of Mediæ Ætatis Sodalicium2022-12-05T06:53:07+01:00Editorial Teammaes@unibo.itOpen Journal Systems<p><strong>I quaderni del m.æ.s. – Journal of Mediæ Ætatis Sodalicium – ISSN 2533-2325</strong>, rivista annuale fondata nel 1998 da Réginald Grégoire e curata da Roberto Sernicola fino al 2011 che intende offrirsi come strumento di approfondimento e di diffusione della conoscenza del Medioevo in tutti i suoi aspetti, accogliendo analisi e dissertazioni che in chiave multidisciplinare affrontino tutte le questioni connesse alla ricerca storica.</p>https://maes.unibo.it/article/view/15916Un aggiornamento dovuto2022-12-04T17:42:24+01:00Antonio Marson Franchiniantonio.marson@unibo.itGiulia Zornettagiulia.zornetta@gmail.com2022-12-05T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Antonio Marson Franchini, Giulia Zornettahttps://maes.unibo.it/article/view/15150Tesori monastici tra memoria e dispersione2022-09-12T08:38:57+02:00Domenico Ceramidocerami@tin.it<p>Questo studio è incentrato sul significato e l’acquisizione del lemma <em>thesaurus</em> nelle fonti altomedievali monastiche. Il termine si riferisce essenzialmente a oggetti caratterizzati dal forte valore simbolico, economico, culturale e suntuario. Nelle Regole monastiche il vocabolo non compare poiché le forme di accumulazione e conservazione della ricchezza erano estranee al voto di povertà disciplinato ed enfatizzato dagli estensori. Con l’ingrandirsi dei monasteri, l’affermarsi della protezione regia, l’irrobustirsi dei legami con le élite di potere e il radicarsi dell’istituto dell’esenzione, i tesori crescono di importanza, sottolineando il prestigio acquisito dal singolo cenobio. Gli oggetti che lo compongono divengono un elemento non secondario di quella che possiamo definire la memoria materiale della comunità monastica, fornendo informazioni sulle committenze, sulle officine attive nel monastero, sugli scambi istituiti con le fondazioni monastiche e con le comunità locali, sulle donazioni provenienti dai gruppi di potere attivi nel territorio e infine sulle sottrazioni e dispersioni subite.</p>2022-12-05T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Domenico Ceramihttps://maes.unibo.it/article/view/14780I cronisti longobardi come difensori dell'élite militare2022-06-30T16:55:41+02:00Aniello Troianoaniellotroiano@gmail.com<p>Dallo studio delle cronache redatte da Paolo Diacono, Erchemperto e l'Anonimo Salernitano emerge una sostanziale contraddizione: gli autori tendono a enfatizzare il valore guerriero del popolo longobardo, ma al contempo non riescono a camuffare una realtà molto meno lusinghiera.</p> <p align="JUSTIFY"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: small;">Da cosa nasce questo vero e proprio mito del valore militare? Dall'orgoglio ferito dei Longobardi e dei loro cronisti? Oppure esistono ulteriori motivazioni legate alla legittimizzazione delle élite militari? Attraverso un'analisi puntuale delle cronache e della più recente storiografia, l'autore propone una lettura delle possibili motivazioni che spinsero i suddetti cronisti a produrre le rispettive opere. <br /></span></span></p>2022-12-05T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Aniello Troianohttps://maes.unibo.it/article/view/15104Papato, scuole e capitoli cattedrali: alcuni esempi dalla cappella papale (secoli XII-XIII)2022-07-01T18:38:23+02:00Caterina Cappucciocappuccio@uni-wuppertal.de<div><span lang="IT">Il contributo intende analizzare il nesso tra la cappella papale e le scuole cattedrali, sottolineando così il legame tra il papato e la formazione dei chierici nel pieno XII e XIII secolo. Sulla scorta della storiografia sulle scuole e sui capitoli cattedrali, ho inteso analizzare tale legame prima prendendo in esame gli esempi espliciti sull´ istruzione dei membri della cappella papale, poi, in un secondo momento, i segnali della loro educazione a partire dai compiti loro assegnati. Infine, ho segnalato il legame tra la cappella papale e le scuole cattedrali sulla base della presenza dei suddiaconi papali proprio là dove era presente una prestigiosa scuola cattedrale.</span></div>2022-12-05T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Caterina Cappucciohttps://maes.unibo.it/article/view/15112Il mondo dei marginalia nella serie dei Corali tardo duecenteschi di San Domenico a Genova2022-07-01T13:46:01+02:00Federica Volperafederica.volpera@gmail.com<p>Questo contributo intende presentare una prima analisi dei marginalia presenti nella serie di Corali realizzati per il convento di San Domenico a Genova nell’ultimo quarto del Duecento e ricondotti al così detto Maestro del ms. Lat. 42 e ai suoi collaboratori, tra i quali spicca per la singolarità del suo linguaggio il così detto Maestro dei Graduali di Santa Maria di Castello. Dopo una prima parte dedicata a fornire alcune riflessioni sul ruolo e sul valore dei marginalia all’interno della pagina miniata si proporrà una puntuale descrizione dei disegni presenti nei codici genovesi, in particolare nel Graduale A: i soggetti verranno quindi interpretati come elementi di un complesso sistema semantico composto da segni letterari e figurati in continuo dialogo tra loro.</p>2022-12-05T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Federica Volperahttps://maes.unibo.it/article/view/15065Shifting sensibilities? Changes in the symbolism and the appeal of the Crusades after the end of Outremer (Fourteenth century)2022-06-29T11:56:18+02:00Simone Lombardosimone.lombardo93@gmail.com<p>After 1291, the crusading experience underwent considerable changes, conceptual rather than only military. Despite the loss of the direct experience of the Holy Land, however, the crusading symbolism and institutions did not disappear, but lent themselves to new uses. New goals and forms channeled the penitential expectation. The movements of the Fourteenth century, such as the Flagellants and the <em>Bianchi</em>, seemed to be alternative forms to the overseas crusade, inheriting similarities and symbols. Did these penitents present themselves as new crusaders? These movements had however completely disengaged themselves from the Papacy in granting indulgences and from the earthly Jerusalem. Another way to the crusade was that of the French, Burgundian and English aristocracy. For them, the participation in a crusading expedition was functional to the construction of an aristocratic <em>ethos</em>. After the end of the crusades, the legacy they left behind took new and unexpected paths.</p>2022-12-05T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Simone Lombardohttps://maes.unibo.it/article/view/15093« Diviser pour mieux gouverner ». La gestion de l’argent public dans la commune de Bologne (fin XIIIe siècle - début XIVe siècle)2022-07-12T15:56:51+02:00Marco Contimrc.conti87@gmail.com<p>À partir du cas bolonais, la présente contribution a le but de présenter dans quels offices comptables de la ville, et dans quelle mesure, circulait de l’argent public entre la fin du XIII<sup>e</sup> siècle et le début du XIV<sup>e</sup> siècle. En effet, l’étude de deux des registres des révisions des comptes, respectivement de 1288 et 1310, nous ont permis de reconstruire la logique administrative/comptable de l’époque et les raisons politiques des changements majeurs.</p>2022-12-05T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Marco Contihttps://maes.unibo.it/article/view/15087La “compagnia de' presti” di Firenze2022-10-06T14:34:40+02:00Mafalda Toniazzimafalda.toniazzi@cise.unipi.it<p>Capitale economica e culturale dell’ebraismo italiano, nel corso del Quattrocento Firenze era divenuta un punto di riferimento della res publica hebreorum, una sorta di Stato virtuale i cui contorni furono per la prima volta delineati da Michele Luzzati. All’interno del contesto fiorentino, e del sistema delle condotte feneratizie messo in essere dal governo, alla metà del secolo i più influenti prestatori ebrei cittadini avevano creato una loro società per il controllo del mercato del prestito. L’esistenza di tale organizzazione getta nuova luce sui reali rapporti tra il potere pubblico e gli ebrei agli albori dell’Età Moderna.</p>2022-12-05T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Mafalda Toniazzihttps://maes.unibo.it/article/view/14962Il diploma di Enrico V a Bologna2022-07-01T10:39:50+02:00Giovanna Morelligiovanna.morelli@unibo.it<p>Il contributo analizza il contesto storico in cui si cala il diploma concesso dall’imperatore Enrico V a Bologna (1116) che la storiografia tradizionale considera l’atto di legittimazione della autonomia comunale della città. Pur sottolineando le analogie con gli atti di privilegio degli imperatori Salii ad altre città del regno d’Italia, la lettura sistematica di tali diplomi rileva subito le difformità della struttura diplomatica del documento ‘bolognese’ e permette di fare l’ipotesi che esso rappresenti (come era d’uso) una minuta informale e incompleta delle richieste presentate dai cittadini al sovrano, sulla base della quale la cancelleria imperiale avrebbe dovuto stilare il diploma ufficiale. La regolarità dell’atto è garantita dalla sottoscrizione di Irnerius iudex, la cui presenza lascia lo spazio a ipotizzare sue eventuali influenze nel confezionamento delle richieste da sottoporre alla tuitio di Enrico. Tuttavia l’esame diplomatistico della fonte rimastaci – che, va ricordato, non è il documento originale ma la sua trascrizione nel cartulario ufficiale del comune - permette di affermare che l’atto enriciano non sia perfectum e quindi è sostanzialmente privo di valore giuridico.</p>2022-12-05T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Giovanna Morellihttps://maes.unibo.it/article/view/14550Nicola I Caetani. Il conte guerriero (1310-1348)2022-04-13T09:16:30+02:00Emiliano Bultriniemilianobultrini@hotmail.com<p>I Caetani nel periodo post-bonifaciano occupano da sempre un ruolo secondario nella storiografia dell’Italia centro-meridionale, tuttavia, contrariamente a quanto ancora si crede, essi furono in grado di influenzare la politica italiana e internazionale ai massimi livelli. Il conte di Fondi Nicola I, figlio di Roffredo III, fu primariamente un combattente che nella sua breve vita dimostrò doti di condottiero fuori dall’ordinario. Ergendosi a principale campione di Luigi I di Ungheria fu in grado, sino alla sua prematura morte, di tenere in scacco il regno angioino ampliando l’influenza della sua famiglia come mai prima d’allora.</p>2022-12-05T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Emiliano Bultrinihttps://maes.unibo.it/article/view/15103Recensione: N. D'Acunto, La lotta per le investiture. Una rivoluzione medievale (998-1122), Carocci editore, Roma, 20202022-06-27T18:34:27+02:00Francesco Battaglinifrancesco.battaglini@unier.it2022-12-05T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Francesco Battaglinihttps://maes.unibo.it/article/view/15723Recensione: L. Petracca, Le terre dei baroni ribelli. Poteri feudali e rendita signorile nel Mezzogiorno aragonese, Viella, Roma 2022, ill., pp. 3362022-11-04T14:10:47+01:00Davide Morradavide.morra1991@gmail.com2022-12-05T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Davide Morrahttps://maes.unibo.it/article/view/14498Recensione: M. Mordini (a cura di), Statuta civitatis Grosseti (1421-1422), Siena, Accademia degli Intronati, 2019 (Fonti di storia senese), pp. I-LXXIII, 1-3292022-02-28T11:29:59+01:00Sandro Notarinotari.sandro@gmail.com2022-12-05T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Sandro Notarihttps://maes.unibo.it/article/view/15321Recensione: G. Bianchi, T. Lazzari, M. C. La Rocca (a cura di), Spazio pubblico e spazio privato. Tra storia e archeologia (secoli VI-XI), Brepols Publishers, Turnhout 2018 (= Seminari del Centro interuniversitario per la storia e l’archeologia dell’alto medioevo, 7)2022-07-30T17:03:36+02:00Giulia Zornettagiulia.zornetta@gmail.com2022-12-05T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Giulia Zornetta