«Siati per le mille fiate el ben venuto…»: la prassi dell’arrivo e dell’accoglienza di un ambasciatore (Napoli 1471-Venezia 1473)
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2533-2325/8730Parole chiave:
diplomazia, lettere, quattrocento, ambasciatori, prassiAbstract
Fu durante il Quattrocento, il secolo d’oro della diplomazia italiana, che si codificò gradualmente il ruolo degli ambasciatori residenti. Costoro, inviati delle potenze italiane, avevano il delicato compito di fare da tramite ai loro signori nel governo delle complesse relazioni diplomatiche tra gli stati. L’obiettivo di questo lavoro è quello di raccontare, a partire dallo studio delle missive che gli oratori stessi inviarono ai loro signori nel corso delle loro missioni, la prassi e le consuetudini previste che regolavano il loro arrivo e la loro accoglienza presso la potenza ospite. Le tre ambasciate che sono state scelte, quella di Francesco Maletta e Zaccaria Barbaro a Napoli e quella di Leonardo Botta a Venezia, offrono la possibilità di conoscere e scoprire con gli occhi di un oratore quattrocentesco una parte fondamentale della pratica diplomatica italiana di fine Medioevo.Downloads
Pubblicato
2018-11-30
Come citare
Calabrò, G. (2018). «Siati per le mille fiate el ben venuto…»: la prassi dell’arrivo e dell’accoglienza di un ambasciatore (Napoli 1471-Venezia 1473). I Quaderni Del m.æ.S. - Journal of Mediæ Ætatis Sodalicium, 16, 205–222. https://doi.org/10.6092/issn.2533-2325/8730
Fascicolo
Sezione
Saggi
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